gegeonline.it
Fotografia naturalistica di Giorgio Perbellini
Anche il 2008 completamente online
Breve aggiornamento per informarvi che, approfittando (si fa per dire) di nuovo di qualche giorno di malattia, ho finalmente messo online anche tutti i vecchi post del 2008.
Sono in tutto 140 i post finora pubblicati, anche se ne restano ancora quasi 200 del 2006 e 2007. Piano piano, comunque, l’intero blog verrà ripristinato su piattaforma WordPress! 😉
Iguana – dicembre 2008
Ogni tanto cercando su Google con “perbellini istockphoto” scopro qualche nuova mia immagine utilizzata per riviste ecc. Molto dipende anche dall’indicizzazione dei siti, quindi anche per questo a volte le cose si trovano con un certo ritardo.
Questa volta è il turno della rivista “Iguana”, a cura della International Reptile Conservation Foundation, che nel numero di dicembre 2008 ha utilizzato una mia immagine per un articolo sul declino mondiale dei mammiferi.

Nel cerchio verde la mia fotografia di un coniglio europeo fotografato in Scozia
La didascalia, a pagina 221, recita più o meno questo: «La lince iberica (Lynx pardinus) è in grave pericolo ed ha continuato a diminuire a causa della mancanza della sua preda principale, il coniglio selvatico europeo (Oryctolagus cuniculus)».
Sono contento che le mie immagini siano utilizzate per articoli che hanno a che fare con la conservazione ambientale!
WordPress 3.01 + layout 1.5
Approfittando (se così possiamo dire) di questi giorni di malattia a casa ho dato una piccola sistemata al sito.
La prima novità è rappresentata dal passaggio alla versione 3.01 di WordPress che mi ha risolto qualche piccolo problemino tecnico che si era invece presentato con la 2.9.2. Di fatto per chi legge cambia poco, ma la soluzione di piccoli bug su alcuni plugin mi risparmia un bel po’ di tempo…
Inoltre, dopo qualche mese dal passaggio a questa piattaforma, ho finalmente trovato il tempo di provare un po’ di abbinamenti diversi di caratteri. Inizialmente avevo cercato una trasposizione su WP del vecchio sito, mentre adesso l’ho anche un po’ rimodellato, giungendo così alla versione attuale.

Il nuovo layout del sito
Cosa è cambiato? Innanzitutto il colore dello sfondo, più scuro in modo da far risaltare maggiormente la paginata centrale in cui vengono visualizzate le gallerie e i post del blog.
Dopo quasi 4 anni (dal 2007 fino a due giorni fa) cambia anche l’immagine introduttiva sulla homepage. Anche la prima pagina diventa così un po’ più ordinata, con una breve presentazione del sito sulla sinistra e l’elenco degli ultimi post del blog sulla destra.
E poi i fonts… volevo un carattere un po’ più elegante e leggibile del Tahoma. Quest’ultimo resta il carattere di menu, titoli e colonna di destra, mentre i testi veri e propri ora sono in Georgia, con adeguata spaziatura tra una riga e l’altra per avere una schermata bella pulita.
Piano piano ho anche ricominciato ad inserire i vecchi post, ma questo è un lavoro abbastanza lungo che faccio di tanto in tanto quando ne ho voglia. Spero invece di poter al più presto aggiungere nuove immagini nelle gallerie; non mi dispiacerebbe nelle prossime 2-3 settimane fare un giro in Val Martello alla ricerca dei cervi in bramito… vedremo!
Online 8 nuove fotografie
Breve aggiornamento per comunicare che ho messo online 8 nuove immagini nelle gallerie.
Cinque di queste riguardano il piviere tortolino recentemente fotografato e sono, naturalmente, nella galleria “Avifauna“; delle altre, due sono tra “Rettili e anfibi” ed una in “Libellule e damigelle“. Ecco una piccola preview…
Buona visione!
Il mio primo tortolino!
Approfitto di questa giornata in cui sono a casa con la gola pesantemente infiammata per raccontare quella che è stata una delle migliori uscite fotonaturalistiche degli ultimi anni.
Chi mi segue da tempo, probabilmente saprà che da oramai 4 anni nella prima metà di settembre mi reco costantemente a Merano 2000 in cerca di uno dei migratori più affascinanti che attraversano il nostro territorio: il Charadrius morinellus, meglio conosciuto come il nome comune di piviere tortolino.
Il primo tentativo l’ho fatto in compagnia di Giampiero Favero in occasione della “tre giorni del tortolino“, censimento nazionale dedicato proprio al nordico limicolo; nei due anni successivi, invece, in compagnia dell’immancabile Stefano Andretta. Tentativi andati a vuoto… almeno fino a quest’anno!
Ma andiamo con ordine e vediamo prima la scheda del piviere tortolino.
Il Charadrius morinellus, conosciuto con il nome comune di piviere tortolino o piviere tortolino eurasiatico, è un piccolo uccello limicolo che nidifica in zone a bassa pendenza nella tundra o in zone montane con vegetazione scarsa o assente e presenza di pietraie e rocce affioranti. E’ specie tipicamente migratrice che sverna nelle regioni desertiche dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente. Nel nostro Paese è piuttosto raro da vedere: sono conosciuti solo due siti di nidificazione in Italia, mentre può essere osservato abbastanza regolarmente durante il periodo migratorio (tra la fine di agosto e la metà di settembre) anche se le osservazioni sono tuttaltro che semplici dato l’ambiente in cui è solito sostare, mai sotto i 2000-2200 metri di altitudine. Si nutre prevalentemente di insetti (cavallette, coleotteri), ma non disdegna alcune piante tipiche dell’ambiente di alta quota.
A differenza di molti altri rappresentanti dell’avifauna, è piuttosto confidente nei confronti dell’uomo e per questo viene considerata una specie estremamente vulnerabile. Anche per questo motivo non voglio dare indicazioni troppo precise sul luogo di avvistamento…
Dalla breve descrizione fatta qui sopra, forse si capisce quale sia il motivo che i questi ultimi anni mi ha spinto alla sua ricerca. E finalmente, dopo 3 anni anni di uscite andate a vuoto, ho avuto l’enorme piacere di incontrarlo, proprio lì dove io e Stefano ci aspettavamo che fosse. Un unico esemplare giovane, ma l’emozione è stata comunque molto forte.

Il primissimo incontro con il piviere tortolino...
La giornata del 12 settembre (da appuntare sul calendario!) è iniziata nel migliore dei modi, con un piccolo gruppetto di cince dal ciuffo che ci ha accolto sulla strada non appena scesi dalla cabinovia che da Falzeben porta a Merano 2000. Luce poco adatta a fotografarle, ma ci sono state comunque di buon auspicio!
Salendo di quota abbiamo avuto il secondo – anche se breve – incontro della giornata: una grossa lepre che, subito accortasi della nostra presenza, si è dileguata in mezzo ai rododendri. Quasi impossibile fotografarla, ma già la vista di questi sfuggenti abitanti della montagna, sempre più rari, è qualcosa che riempie il cuore di gioia.
Arrivati finalmente nei pressi della meta, lungo il sentiero ho notato un uccello che si muoveva sull’erba, più grande dei soliti spioncelli e culbianchi che eravamo soliti incontrare. L’ho subito indicato a Stefano che dopo averlo guardato per un attimo col suo binocolo mi ha guardato ed ha esclamato: «Bravo! E’ lui!».
Da quel momento è iniziato un’estenuante “inseguimento” nella speranza, conoscendo la sua innata confidenza, di riuscire ad avvicinarci a sufficienza per fotografarlo. Non volevamo farlo scappare, quindi per qualche ora ci siamo lentamente avvicinati assecondando le sue scorribande in lungo e in largo per i prati senza disturbarlo troppo; l’abbiamo osservato mentre si alimentava con cavallette ed altri piccoli insetti e finalmente dopo un paio di ore eravamo sufficientemente vicini per riuscire a portare a casa delle belle immagini. Ma che fatica!
Intorno alle 14.00 eravamo ormai a 4-5 metri da lui, forse meno e le soddisfazioni non sono mancate. Alla fine della giornata ho portato a casa oltre 400 scatti che piano piano sto cercando di sistemare. Quelli che seguono sono solo una piccola selezione, mentre a breve conto di caricarle sul sito in dimensioni maggiori, anche se sono ancora indeciso se inserirle nella galleria “Avifauna” o creare appositamente una sezione monografica…
Come ho detto all’inizio, ritengo di poter dire con soddisfazione che questa uscita è stata una delle più riuscite… in assoluto probabilmente. Ho portato a casa delle immagini di cui sono finalmente orgoglioso e che mi hanno dato una nuova carica d’entusiasmo che negli ultimi tempi, forse, era andato un po’ in decrescendo. Nell’insieme la checklist delle specie osservate è la seguente:
- Piviere tortolino (Charadrius morinellus)
- Corvo imperiale (Corvus corax)
- Cincia dal ciuffo (Parus cristatus)
- Lepre variabile (Lepus timidus) in abito estivo
- Marmotta (Marmota marmota)
- Spioncello (Anthus spinoletta)
- Culbianco (Oenanthe oenanthe)
- Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros)
- Cornacchia (Corvus corone)
- Gheppio (Falco tinnunculus)
Ringrazio nuovamente Stefano per le preziose informazioni e per la bellissima giornata trascorsa insieme. E naturalmente… ci vediamo l’anno prossimo tortolino!
A caccia di libellule con la Manifattura Fotografica
Chi ha detto che Internet isola dalla realtà? In molti casi è così, ma ci sono anche situazioni inverse dove invece la Rete permette di ampliare i propri orizzonti e di fare nuove amicizie. Questo è proprio uno di quei casi, infatti qualche settimana fa ho partecipato ad un’uscita in compagnia dei soci dell’associazione Manifattura Fotografica di Bolzano con i quali finora sono stato in contatto esclusivamente tramite social network.

Una panoramica del biotopo "Stagno Fahrer"
Con qualcuno (Luca Torchia) ci eravamo già conosciuti all’aereoporto di Bolzano in occasione dello straordinario avvistamento del nibbio bianco, mentre con altri ci siamo sentiti solo per e-mail o su Facebook. Dato che nell’ultimo anno la mia disponibilità di tempo è parecchio cambiata, con alcuni degli amici con cui ero solito andare a far foto non ci si riesce più a trovare.
Quindi perché non farsi dei nuovi amici con una passione in comune? :hug:
L’occasione si è appunto presentata qualche settimana fa. Da Massimo Pisetta, presidente dell’associazione, ho ricevuto l’invito ad un’uscita di mezza giornata alla ricerca di libellule a cui ben volentieri ho aderito; la meta era l’altopiano di Meltina/S. Genesio e più precisamente il biotopo Stagno Fahrer.
Appena arrivato (con qualche difficoltà nel ricordarmi la strada) ho incontrato il gruppo e dopo le presentazioni di rito ci siamo incamminati verso il biotopo. La giornata non era particolarmente promettente dal punto di vista metereologico, ma ben presto sono arrivate le prime soddisfazioni. Non tanto per le libellule, che hanno tardato ad arrivare, quanto piuttosto per i numerosi giovani tritoni alpini (Triturus alpestris) – ormai senza branchie esterne, ma comunque lunghi non più di 3-4 cm – che si aggiravano fuori dall’acqua.
Questi piccoli soggetti hanno occupato abbondantemente la prima ora di sessione, nonostante le non poche difficoltà nel riuscire a riprenderli in maniera decente…

Una libellula sul mio dito. Foto di Luca Torchia
Quando intorno alle 11.00 è finalmente comparso il sole, anche le libellule hanno deciso di farsi ammirare. La prima a farsi vedere era un’immancabile esemplare di Anax imperator, una delle più grandi ma anche più difficili da fotografare perché non stanno mai ferme. Dopodiché, man mano che il sole aumentava, sempre più esemplari sono comparsi intorno a noi. Gran parte di queste non sono ancora riuscito ad identificarle, anche se dalle dimensioni e dalla morfologia penso facciano parte del genere Sympetrum. Queste ultime, a differenza dell’Anax, erano decisamente più confidenti, arrivando a salirmi sul dito come dimostra anche la foto che vedete qui sopra.
L’unico “aspetto critico” (come direbbe una mia conoscenza) era il posatoio: quasi tutte le libellule avevano scelto di sostare sul vecchio steccato che circonda lo stagno e non c’era verso di riuscire a fotografarle lontane da questo. Sono pochi infatti gli scatti dove il posatoio è un po’ più naturale, anche se a loro tutto sommato non sembrava dare così fastidio… anzi!
La mattinata è stata assai piacevole, divertente e tutto sommato abbastanza positiva. Mi è dispiaciuto lasciare il gruppo, ma la famiglia viene prima di tutto! Così intorno alle 13.00 ho salutato i nuovi amici e mi sono avviato verso casa. Ma la giornata non era ancora finita e sulla strada del ritorno, lungo i tornanti che da Meltina portano a Terlano, mi sono imbattuto in due giovani caprioli che brucavano pacificamente in un piccolo prato al limitare del bosco.
Sono contento di questa uscita e spero che ce ne saranno altre perché ho trovato un bel gruppo di persone con la mia stessa passione e con un grande entusiasmo!
E con questa piccola carellata di fotografie si conclude la cronaca della giornata…
Giretto in Alta Passiria
A settembre dell’ormai lontano 1996, quando frequentavo la 2^ superiore, i professori ci portarono a fare un’uscita didattica nella zona di Passo Rombo, nell’Alta Val Passiria. La meta dell’escursione erano i ghiaioni ai piedi del Monte dei Granati (Granatkogel in tedesco), famoso per gli importanti ritrovamenti di cristalli dell’omonimo minerale.
Ricordavo con fascino quell’escursione; non solo per i cristalli di granato trovati incastonati nei micascisti, ma anche e soprattutto per il paesaggio dell’alpe che abbiamo attraversato per giungere alla meta, al centro della quale si trovava un piccolo lago alpino sulla cui superficie si specchiavano i ghiacciai circostanti.
Da allora non sono più tornato in quel luogo incantato. Me la ricordavo come una lunga e faticosa camminata, ma recentemente ho trovato indicazioni sull’erscursione che davano un tempo di percorrenza complessivo di solo un’ora e mezza. Così quando qualche settimana fa con Max abbiamo deciso di farci un giro in montagna per fare un po’ di scatti, la mia proposta è stata proprio l’Alpe del Lago (Seeberalm). Lo stesso posto che qualche anno fa mi aveva così affascinato.
Ci siamo organizzati per tempo, ma purtroppo le cose non sono andate per il verso giusto. L’intero fine settimana era un continuo alternarsi di schiarite e piovaschi, tanto che inizlamente eravamo sul punto di rinunciare all’uscita. Ma alla fine abbiamo deciso di tentare comunque ed arrivati al parcheggio dell’albergo Hochfirst siamo (giustamente?) rimasti un po’ delusi.
Penso che la foto a lato dica tutto: nella zona di Monteneve (dalla parte opposta della vallata) il cielo era azzurro, ma al contrario l’Alpe del Lago era avvolta dal grigiore delle nubi cariche di pioggia che coprivano le cime. Siamo arrivati sul posto verso le 15.00; l’idea era quella di sfruttare la luce del pomeriggio. Abbiamo mosso solo qualche passo lungo il sentiero che conduce al fondovalle, poi però abbiamo cambiato idea; il vento forte e qualche goccia di pioggia ci han suggerito che forse non era il tempo giusto per un’erscursione di questo tipo e non avremmo ottenuto certo delle buone immagini.
Di certo però sarebbe stato assurdo mollare tutto. Oramai ci eravamo fatti circa un’ora di macchina e tutto sommato, guardando dalla parte opposta, il tempo non era poi così male. Così nonostante la meta iniziale fosse diventata quasi proibitiva, abbiamo comunque deciso di fermarci e fare un giro nei dintorni. Alla fine della giornata il risultato non è stato poi così malvagio e tutto sommato mi ha permesso di sgranchire un po’ le gambe. Certo è comunque un giro che ho intenzione di fare quando se ne presenteranno le condizioni…
Ed ora alcuni degli scatti della giornata…
In arrivo la 7D!
Come molti fotografi ben sanno, il mercato fotografico in questi anni è molto cambiato: se da un lato gli obiettivi continuano ad essere un investimento a lungo termine, le fotocamere risentono invece dello stesso fenomeno di televisori, cellulari, laptop e via dicendo… ovvero dopo qualche anno cominciano a diventare obsolete in quanto le grandi case come Canon e Nikon continuano a sfornare nuove fotocamere con caratteristiche sempre più avanzate che fanno gola a molti appassionati.
La mia Canon EOS 40D non era ancora obsoleta, ma certo 12 megapixel in alcune occasioni si rivelano essere pochini, specie se consideriamo il livello a cui sono arrivate certe compatte digitali e il fatto che, comunque, stampando in formati grandi come il 30×45 il numero di pixel riveste una certa importanza. Per questo avevo una mezza idea di cambiarla per arrivare intorno ai 18-20 megapixel che sono un formato che giudico soddisfacente per quelli che sono i miei scopi.
Vedendo le caratteristiche delle ultime nate di casa Canon (550D e 7D in particolare), attendevo con ansia l’uscita della nuova EOS 60D, presentata ufficialmente questa estate ed in vendita nei negozi a partire da ottobre. Ma in realtà vedendo le caratteristiche tecniche, confrontate poi con il prezzo previsto (intorno ai 1000-1050 Euro) ne sono rimasto un po’ deluso. Mi aspettavo di più da questa fotocamera.
Il display orientabile, ad esempio, benché comodo in certe situazioni, lo ritengo più adatto ad una videocamera anche perché la stragrande maggioranza delle volte utilizzo il mirino piuttosto che la funzione liveview. Potrebbe essere utile per fare macro in determinate situazioni, ma di contro a lungo andare rischia di rovinarsi; in più non è piatto come nelle precedenti versioni, il che potrebbe rivelarsi scomodo quando si inquadra attraverso il mirino.
Ma quello che più mi rende perplesso della 60D è la costruzione. A differenza delle precedenti versioni (dalla 10D alla 50D), Canon ha abbandonato il corpo in lega di magnesio a favore di una combinazione di alluminio e resina in policarbonato con fibra di vetro. A detta di molti, la sensazione in mano sarà molto “plasticosa”.
Di qui la mia decisione di spendere qualcosina in più per prendere però una fotocamera che – almeno sulla carta – dovrebbe finalmente mettere fine al turn-over di fotocamere almeno per i prossimi 4-5 anni: corpo in lega di magnesio resistente agli agenti atmosferici, mirino con il 100% di visione (finalmente!), possibilità di utilizzare flash remoti senza fili, 18 megapixel… caratteristiche di tutto rispetto che mi han fatto propendere per l’acquisto.
Dunque dopo essermi documentato molto bene sulle offerte online ed aver scartato quelle “troppo convienienti” (l’avevo trovata anche a 1130 Euro, ma quando i prodotti sono troppo sottocosto è meglio non fidarsi troppo) ho deciso di ordinarla e vendere la mia gloriosa 40D. Per ora non faccio il nome del negozio… mi riservo di esprimere un commento in merito dopo l’acquisto 🙂
E ora… non vedo l’ora di averla tra le mani! :clap:
eBay annunci: attenti alle truffe online
Negli ultimi tempi sto finalmente riprendendo le uscite fotografiche, anche se non ho ancora trovato il tempo di pubblicare i report qui sul blog. Motivo questo che mi ha spinto a passare ai 18 Megapixel della Canon EOS 7D in sostituzione alla comunque buona EOS 40D. Chiaramente, non essendo un professionista, per poter acquistare la nuova fotocamera devo vendere il mio vecchio corpo macchina. Così oltre ai classici annunci sui forum fotografici, questa volta ho deciso di tentare con eBay Annunci, lo strumento che da qualche tempo il leader delle aste online mette a disposizione degli utenti in forma gratuita.
A poche ore dalla pubblicazione ho ricevuto due richieste: una di un tizio che mi chiedeva di trattare sul prezzo (seppur già stracciato), mentre l’altra di un tizio che chiedeva ulteriori informazioni. Ve la riporto qui sotto.

La mail che ho ricevuto con la richiesta di informazioni
Fin qui comunque niente di strano. Al primo rispondo che il prezzo non è trattabile, mentre al secondo dico di leggere l’offerta che c’è tutto scritto (450 Euro + spese di spedizione).
Mi arriva quindi una nuova risposta da quest’ultimo:
«Grazie per la risposta,
Sono pronto ad acquistare l’oggetto per il mio nipote, che gestisce una delle mie imprese in Africa. Egli è impegnato e, attraverso il suo impegno sforzo, potevo crescere i miei affari, così ho deciso di compensare lui con un regalo tangibile per un lavoro ben fatto.
Ti offro 600 € per la spedizione, in particolare mediante Paccocelere, e io sono pronto a pagare con Paypal o bonifico bancario.
Se si accetta la mia offerta, inviatemi una richiesta PayPal denaro per l’importo totale per me per effettuare il pagamento o mandatemi i vostri dati banca universale per i fondi possano essere trasferiti sul vostro conto.
Saluti.»
Alché comincio ad insospettirmi. In primis per l’italiano decisamente… originale; ma soprattutto per l’offerta di 600 Euro quando la mia richiesta era di appena 450 Euro + spedizione… Al giorno d’oggi nessuno ti regala nulla!
Va bene che non avrei comunque spedito prima di aver verificato con i miei occhi l’accredito della cifra, ma c’era comunque qualcosa che puzzava. Gli ho risposto garbatamente, ma poi ho fatto qualche ricerca su Google e in breve tempo ho scoperto che effettivamente si tratta di una truffa:
http://www.diegor.it/2010/08/13/truffa-alla-nigeriana-sugli-annunci-privati-di-vendita/
Fate attenzione dunque: quando c’è di mezzo del denaro o comunque oggetti di valore, non fatevi fregare!
A questo mondo ci sono tante persone oneste, ma ci sono anche molti truffatori. Non rischiate di buttare i vostri risparmi in questo modo… se le offerte sono molto allettanti, prima fate qualche ricerca: bastano pochi minuti su Google per evitare truffe clamorose!
Incontri estivi
L’estate è ormai quasi giunta al termine (almeno viste le temperature degli ultimi giorni) e, nonostante sia trascorso parecchio tempo dal mio ultimo post, sono sempre qui ed ho qualcosa di nuovo da mostrare a chi ancora ha la voglia di seguirmi. Non ho scattato molto in questi mesi, ma un paio di immagini interessanti le ho realizzate. Tra queste, due che ho inserito nella galleria “Mammiferi“; la prima riguarda un maschio di capriolo fotografato a poche centinaia di metri di distanza dall’albergo a Selva di Val Gardena dove ho alloggiato per qualche giorno con la famiglia, mentre la seconda ritrae invece una bestiola poco comune che ho incontrato quasi per caso la scorsa domenica nei pressi della cascata di Parcines: un toporagno acquatico di Miller (Neomys anomalus).
Questo piccolo animaletto pare essere piuttosto diffuso, anche se è la prima volta in 32 anni che mi capita di vederne uno. Le dimensioni sono simili a quelle di un topolino di campagna e nell’aspetto è una sorta di incrocio tra un topolino ed una talpa, tanto che io e mia sorella (a cui va il merito di averlo scovato) l’abbiamo scambiato per quest’ultima. Ma ciò che mi ha insospettito subito era il colore bianco del ventre, la lunga coda e l’estrema facilità con cui si muoveva tra le acque del torrente.
Osservati gli scatti fatti mi è subito venuto in mente il toporagno e, con una breve ricerca su Google, sono presto risalito all’identità del simpatico roditore.
Tecnicamente parlando, la foto non è perfetta: la luce abbastanza dura e la difficoltà nell’esporre era notevole a causa del contrasto tra ventre bianco e dorso nero. Inoltre mi sarebbe piaciuto avere un’ambientazione un po’ più colorata, ma l’animaletto si muoveva freneticamente ed ho dovuto scattare numerosissime immagini per poter portare a casa qualcosa di decente. Spero comunque di aver regalato a chi mi legge un bel documento, diverso dal solito! 😉