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Immagini scattate da me
Sorpresina questa mattina quando ho controllato il mio account su iStockphoto: la foto delle Fiat 500 in fila, che tanto è piaciuta, è stata scaricata per la prima volta con una licenza estesa del valore di ben 65$!
Bello, bello… son proprio contento!
Visto che ci sono, per la cronaca aggiungo anche che ieri, durante una passeggiata con moglie e suoceri, in quel di Lana (BZ) lungo un sentiero ho visto due bellissimi esemplari di Cephalantera longifolia, un’orchidea spontanea di cui lo scorso anno ho fotografato la cugina rubra. Purtroppo la fotocamera stava a casa, ma per domani mattina mi son ripromesso di prendermi qualche ora libera dal lavoro per andare a fare qualche scatto!
Ieri 4 aprile, nonostante la sciatalgia ancora presente (ma fortunatamente senza necessità di altri antinfiammatori), son voluto andare a tutti i costi a Bolzano per vedere il rarissimo rapace. Arrivato in loco intorno alle 8.30 c’erano già molte persone in attesa del nibbio bianco, tutte mediamente meglio equipaggiate del sottoscritto. Si noti infatti, seppur molto rimpicciolito nella prima foto qui sotto, la presenza di un Canon 500mm f/4.
La zona è senza dubbio molto interessante, ornitologicamente parlando. Nonostante il continuo disturbo da parte di aerei ed elicotteri, moltissimi passeriformi fanno sosta nell’incolto comunale. E data la presenza di molte arvicole, anche i rapaci trovano questa zona interessante. Purtroppo non son riuscito a fare scatti decenti, anche perché l’unico storno che si è posato vicino aveva la testa proprio dietro un rametto e non mi ha dato il tempo di spostarmi, ma penso che ci tornerò in futuro.
Ok, ma alla fine il nibbio bianco? Come si può ben immaginare dal titolo, visto l’ho visto… dopo circa mezz’ora che mi trovavo sul posto ha fatto un breve volo di predazione venendo subito mobbato da parte di un gheppio. E’ incredibile l’efficienza predatoria di questo esemplare: non sbaglia un colpo! Ma anche per questo, ahimé, si è fatto vedere assai poco e, secondo i report di EBN Italia, alle 10.30 ha abbandonato il posatoio ed è sparito alla vista dei presenti. I pochi scatti che ho realizzato sono molto lontani… ma ne posto uno giusto per documentazione.
Nella foto si vede il nibbio (in basso a destra) che aveva appena predato un roditore ed il gheppio (in alto a sinistra) mentre esercita un’azione di mobbing nei suoi confronti.
Tutto sommato una mattinata piacevole, in compagnia di altri appassionati, che peraltro mi han fatto rendere conto di quanto interesse ci sia verso questo hobby che nella giornata di sabato ha portato a Bolzano più di 50 appassionati!
Un saluto ai birdwatchers conosciuti in questi due giorni e… alla prossima occasione!
(se il nibbio si rifà vivo, forse ci torno mercoledì)
Per un fotonaturalista c’è uno scatto molto ambito, non semplice ma tutto sommato comune proprio perché è il traguardo di moltissimi appassionati di questo genere di fotografia. Il soggetto in questione è il famigerato martin pescatore (Alcedo atthis), noto sui forum anche con il soprannome di “Martino“. Si tratta senza dubbio di uno degli uccelli italiani più belli, grazie alle numerose caratteristiche che lo contraddistinguono ed in particolare il colore blu elettrico contrapposto all’arancione del ventre, del becco e soprattutto delle zampe.
Ebbene domenica mattina, in compagnia di Max, è finalmente venuto il mio turno, anche se il risultato è ben lontano dall’essere soddisfacente. Per avere uno scatto fullframe del simpatico animale ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma quantomeno per la prima volta il soggetto è ben visibile, soprattutto se si ingrandisce l’immagine a pieno formato. Un piccolo traguardo, affiancato peraltro dai primi scatti decenti di un tuffetto (Tachybaptus ruficollis) e dal quasi riuscito scatto ad un codibugnolo (Aegithalos caudatus).
La mattina nel complesso è stata positiva, anche se ovviamente non sono ancora contento: quasi tutte le immagini qui sopra sono dei ritagli e dunque la strada da fare è ancora lunga… ma c’è tempo per migliorare! 🙄
Negli ultimi mesi, tra una cosa e l’altra, le uscite fotografiche sono state ridotte all’osso e per lo più collegate a semplici passeggiate domenicali. La scorsa domenica sarei dovuto andare a Laion (all’inizio della Val Gardena) con mia moglie per fare alcune foto, ma alla fine a causa del tempo incerto l’uscita è saltata.
Oggi però non volevo perdermi l’occasione e così oggi pomeriggio siamo andati a Cornaiano per fotografare i “folletti della taiga” ovvero i beccofrusoni (Bombycilla garrulus) che in questo periodo sono in migrazione da queste parti.
Trovarli non è stato difficile… dopo aver avuto notizia che nel piccolo paese vicino a Bolzano ce n’erano una cinquantina, molti birdwatcher oggi si sono recati lì con i loro “cannoni” (quello meno equipaggiato aveva un 300 f/2.8 moltiplicato 2x) per fotografarli. Di conseguenza: movimento di volatili + nutrito gruppo di persone con macchina fotografica = presenza di beccofrusoni! :asd:
Il pomeriggio è iniziato con un po’ di amarezza, dato che proprio quando noi siamo arrivati i Bombycilla se n’erano appena andati dalle viti dove poco prima si son facilmente lasciati immortalare. Nel frattempo ne ho approfittato per ritrarre qualche altro uccelletto sulla neve.
Poi, finalmente, un “ciuffetto” su di un nespolo, poi due… poi una decina… ma un po’ lontani dalla mia postazione.
Qualche soddisfazione c’è stata già prima, ma il vero colpo di fortuna è arrivato poco prima del tramonto, con una luce splendida e alcuni esemplari di beccofrusone che si sono avvicinati moltissimo alla schiera di fotografi.
Stavamo per andare via, quando ho visto che almeno 6-7 persone vicine al vigneto con l’obiettivo puntato verso terra. Mi sono avvicinato anch’io e… meraviglia!!! :wow:
Penso che presto questa foto la vedrete ben presto come foto del mese di gennaio! 🙂
Era da un anno aspettavo la “tre giorni del tortolino“… un monitoraggio a livello nazionale, organizzato da EBN Italia, sulla presenza nelle nostre montagne del mitico Charadrius morinellus, meglio conosciuto come piviere tortolino.
Tra le molte specie di uccelli migratori che si fermano nel nostro Paese in questo periodo dell’anno, il tortolino è forse una delle più affascinanti; un po’ per l’eleganza di questo piccolo limicolo, un po’ per l’habitat in cui lo si può osservare che richiama i freddi paesaggi nordici dove trascorre l’estate. Rispetto alla maggior parte dei limicoli, infatti, il tortolino in Italia può essere osservato solo ad alte quote, tra i 2000 e i 2400 metri di altitudine dove i pascoli lasciano lo spazio all’ambiente della tundra.
Insieme all’amico Stefano Andretta, sabato mattina (giorno in cui ho dato la mia disponibilità per il monitoraggio) ci siamo diretti alla volta di Merano 2000, uno dei siti scelti per il monitoraggio dove 7 giorni prima proprio Stefano ha potuto osservare e fotografare 2 esemplari (N.B.: per ovvi motivi l’ubicazione precisa non può essere divulgata).
La giornata però non si è rivelata per positiva… anzi, per molti versi è stata proprio da dimenticare! Da subito le condizioni meteo non sono parse essere buone e, vista dal basso, la zona del monitoraggio era letteralmente immersa nella nebbia. Ma le cose strada facendo sono peggiorate… ben presto siamo stati assaliti da un vento gelido che, unito alla nebbia, ci ha fatto vivere un’atmosfera surreale.
Ma le sorprese, purtroppo, non erano ancora finite. A poco più di 10 minuti dalla nostra meta, forse per la stanchezza della settimana appena trascorsa, forse per l’altitudine, forse per le condizioni meteo particolarmente avverse sono stato colto da un attacco di tachicardia (da almeno 250-300 bpm) durato una decina di minuti. Fortunatamente oramai so di avere questo problema e quindi non mi agito più di tanto quando succede…
Inutile dire che i tortolini sono passati in secondo piano, mentre una volta passato il peggio ci siamo diretti al rifugio più vicino dove io sono rimasto a riposare mentre Stefano raggiungeva il luogo del rilevamento, senza peraltro osservare alcun esemplare di tortolino.
Nel corso della giornata ho scattato qualche foto, ma prevalentemente per documentare il maltempo che ci ha accolti…
A risollevarci il morale, ormai sulla strada del ritorno, il ritrovamento quasi casuale di una buona quantità di finferli (o gallinacci) che sono senza dubbio il fungo che preferisco. Ma la giornata si può dire essere stata tuttaltro che positiva…
Attraversando il bosco, un piccolo contentino fotografico è arrivato da questi bei fiori di cardo illuminati da un sole tenue che nel frattempo si è aperto un varco tra le fitte nubi.
Sì, è vero… me ne rendo conto. Nelle ultime settimane sono stato vergognosamente assente dal blog. Il fatto è che non c’è granché da dire; sono stato in ferie 2 settimane, passandole praticamente a casa e facendo anche pochissimi scatti. Pochi ma buoni? Sì, può essere… ma questo starà a voi dirlo!
Questo è una delle foto che metterò online nelle gallerie con il prossimo aggiornamento…
Il soggetto è un’orchidea spontanea, piuttosto comune ma comunque bellissima, che ho trovato casualmente girando nei boschi di Avelengo. Quando l’ho vista non avevo dietro l’attrezzatura giusta per riprenderla, quindi non mi son lasciato scappare l’occasione e due giorni dopo sono tornato per cercare di fotografarla al meglio.
Le altre immagini che andrò ad inserire nei prossimi giorni appartengono sempre al filone “macro” (per lo più fiori e insetti). Ma prima… devo trovare il tempo per finire di sistemarle! :drop:
Oddio che figata! Controllando il mio account di iStockphoto, poco fa ho avuto una gran bella sorpresa! Da oggi pomeriggio, quando ho caricato qualche altra foto sul server del sito, i miei guadagni sono aumentati di circa 28$… solo una cosa poteva voler dire: licenza estesa!!! :victory:
L’immagine scelta è una delle tante del mio viaggio di nozze in Scozia e ritrae le botti di whisky nella distilleria Glenmorangie (la vedete qui a lato).Dato l’interesse che le mie foto scozzesi avevano suscitato, proprio nelle ultime settimane avevo ripreso a caricarne su iStockphoto… ed a quanto pare ho fatto bene. Le foto di viaggio, soprattutto di posti caratteristici come la Scozia con tradizioni radicate e localizzate sembrano essere molto richieste.
Cos’è la licenza estesa? Beh… parlando in termini economici, una licenza estesa rende qualche soldino in più… ovviamente non sono grandi cifre, ma è sempre meglio di nulla. Per il cliente invece significa il poter utilizzare l’immagine senza particolari limiti di quantità. Cioè ad esempio se un editore stampa oltre le 500.000 copie di una propria rivista, per quella foto dovrà pagare la licenza estesa. Così come per cataloghi, brochure, libri e quant’altro.
Al di là comunque del fattore economico, da parte mia c’è comunque la soddisfazione di sapere che una tua immagine è piaciuta al punto che qualcuno l’ha scelta per qualcosa di importante. Che cosa? Questo ahimé non è dato saperlo… a meno che chi l’ha acquistata non si faccia vivo per dirmi cosa ci ha fatto! :mumble:
Una cosa comunque è sicura… son proprio contento! :daidai:
Finalmente in ferie! E spero finalmente con un po’ di tempo libero per dedicarmi al mio hobby; per il momento promette bene, ma visti i precedenti meglio fare le corna… 🙄
L’occasione questa volta era un po’ diversa dal solito: niente fiori, uccelli o insetti, bensì una sorta di “gita scolastica” alla scoperta della stazione di Merano. Una stazione piccola, ma tutto sommato interessante da esplorare grazie ad un addetto che ci ha guidato in quasi tutti gli angoli della struttura.
Compagni di questa uscita sono stati i soci e amici del Fotoclub Immagine, con i quali stiamo cercando di mettere in piedi un piccolo progetto fotografico sulla stazione promosso dal Comune di Merano tra tutte le associazioni locali.
Per il momento i risultati, almeno per quanto mi riguarda, non sono comunque stati entusiasmanti; le immagini più interessanti arrivano forse da elementi che poco hanno a che vedere con treni e rotaie. Ecco comunque qualche esempio degli scatti di ieri…
Nel complesso le foto scattate non sono male. Quella delle 500 in fila mi piace parecchio, ma per il “progetto stazione” non si adatta molto. Ora devo vedere se riesco a tirare fuori qualcosa di meglio da alcuni scatti in bianco e nero, anche se non sono particolarmente fiducioso…
Quando nell’ultimo post parlavo di orchidee era già prevista per sabato 5 luglio una trasferta fotografica nel Parco Nazionale dello Stelvio, MA visti i precedenti ho scaramanticamente deciso di non dire nulla… e forse a qualcosa è servito, perché è andato quasi tutto come previsto. Quasi… perché uno degli obiettivi principali dell’uscita sarebbero state le stupende Scarpette di Venere (Cypripedium calceolus), tra le più belle orchidee spontanee delle Alpi ed ormai molto rare.
Ma ai piedi degli splendidi ghiacciai dell’Ortles, la giornata è iniziata con una piccola delusione; arrivati nel luogo dove normalmente si possono trovare queste particolari orchidee, abbiamo purtroppo constatato che i pochi esemplari presenti erano già sfioriti.
Fortunatamente il territorio offre molte opportunità… che Maurizio, Paolo ed io non ci siamo lasciati scappare! Lasciata la zona delle “scarpette”, dopo un paio d’ore di girovagare, ci siamo avviati lungo i tornanti della strada che porta al passo dello Stelvio, nella speranza di trovare altri fiori da fotografare e magari un po’ di farfalle (che qui hanno una densità di popolazione sorprendente).
Passati i 1800 metri s.l.m. la prima cosa che ci è saltata all’occhio è stata la presenza di numerosissime piante di giglio martagone (Lilium martagon), fiore da forma e colore davvero belli; alché alla prima piazzola utile ci siamo fermati ed abbiamo esplorato i dintorni, fotografando diversi soggetti sia floreali che animali. Purtroppo, a causa delle condizioni del tempo non particolarmente favorevoli, le farfalle non erano granché presenti. Ma la giornata è stata comunque un susseguirsi di emozioni.
La prima ci è stata regalata da due cuccioli di marmotta che sono passati proprio vicino a noi per poi nascondersi in una tana ai margini della strada; difficile riuscire a fare delle foto degne di nota, ma anche la sola osservazione è piacevole. L’emozione più forte, però, è venuta senza dubbio dall’aver potuto osservare a lungo, a circa 50 metri da noi, una bella femmina di capriolo che si è lasciata fotografare per nulla intimorita!
Stavamo per tornare alla macchina, quando sopra di noi, in mezzo agli abeti, ho sentito un rumore abbastanza forte. Alzando lo sguardo ho intravisto un animale dal pelo fulvo che brucava incurante della nostra presenza. Era una femmina di capriolo!
Inizialmente sembrava si stesse spostando verso il fitto del bosco, senza lasciarci alcuna possibilità di immortalarla; ma poi è ritornata indietro, mettendosi invece in una posizione a noi molto favorevole. Ogni tanto alzava lo sguardo, ci guardava, poi tornava a brucare come niente fosse.
Era tanto tempo che speravo mi si presentasse un’occasione simile, ma devo dire che è stata del tutto inaspettata e molto emozionante!! :boogie:
Prima di concludere questo post (vista anche l’ora tarda), vi mostro qualche altro scatto realizzato nel corso della giornata.
Tutte le immagini che vedete sono state scattate nella zona poco sopra Trafoi, ad esclusione della prima farfalla che arriva invece da Rablà dove, sulla strada del ritorno, abbiamo fatto una veloce puntatina per verificare l’eventuale presenza di specie interessanti al laghetto dei pescatori.