uscite fotografiche
Resoconti di uscite fotografiche in solitaria o con amici
Rieccomi nuovamente a voi. Il ripristino del sito è ormai quasi completo, anche se devo ancora finire di inserire le descrizioni alle immagini della galleria paesaggi e, inoltre, sto cercando di capire come fare a ripristinare la rubrica della “foto del mese” che, per come è strutturato ora il sito, mi risulta un po’ difficile da ripristinare.
Ah… e poi vorrei cercare di reimportare qui l’intero blog che avevo su Iobloggo; ma per questo c’è tempo e saranno sicuramente necessarie un po’ di prove in locale per evitare di compromettere l’intero database.
Ma bando alle divagazioni…
Sicuramente chi mi segue da un po’ di tempo avrà notato che con questa nuova versione di GegeOnLine sono state inserite alcune nuove immagini nelle gallerie ed altre sono invece state eliminate. E oggi, approfittando di un po’ di tempo dedicato proprio a sistemare il sito, ho aggiunto anche 3 nuove immagini scattate lo scorso fine settimana in compagnia di Anita. Due di queste sono state scattate a Moso nei pressi del “Bunker Mooseum” e ritraggono due stambecchi, simbolo del Parco Naturale del Tessa di cui il comune di Moso fa parte.
Queste fotografie sono scattate in ambiente controllato, in quanto gli stambecchi sono nati in cattività e si trovano ora in un grande recinto nel piccolo comune della Val Passiria. La terza immagine, invece, la potete trovare nella galleria “Fiori e piante” ed è invece stata scattata nei pressi della frazione di Plan.
Ad oltre un mese dall’ultima uscita (eh sì… mi sono rassegnato dato che a breve il tempo liberò sarà ancora meno!), la scorsa domenica in compagnia di Max (foto 2) ho fatto un piccolo giretto fotografico nella zona di Verano. Partendo dal parcheggio dell’Albero Verde, uno dei più antichi alberghi della zona, ci siamo diretti verso la Leadner Alm.
Due giorni prima è scesa parecchia neve, ma il vento caldo che si è alzato nella notte purtroppo ne ha sciolta molta; dopo due giorni rimanevano poco più di 10-15 cm. Ed anche il tempo non era il massimo, ma qualche scatto carino l’abbiamo ottenuto comunque.
Certo con più neve e magari un cielo meno coperto avrebbe avuto un fascino diverso. Quello che più mi ha colpito durante la camminata è stato il gioco di linee creato dagli steccati di legno in mezzo ai prati coperti di neve, con alcune baite di legno che interrompevano il bianco candido della coltre nevosa.
Questa era la prima neve, ma l’inverno è ancora lungo… qualche altra occasione ci sarà di sicuro!! 🙄
Oramai ho rinunciato a scrivere in maniera continuativa sul blog, ma non vorrei lasciar passare un altro mese prima di fare un piccolo resoconto dell’ultima uscita. Già… perché tra un sabato in cerca di carrozzine e l’altro in cerca di lettini, ogni tanto riesco a prendermi un po’ di tempo per la fotografia. Come lo scorso sabato, ad esempio, che in una bella giornata di sole ho potuto godere dei colori dell’autunno sull’altopiano del Salto in zona Meltina/San Genesio.
L’uscita programmata con Paolo è stata piacevole fin dal primo momento quando, giunti sui prati di Lavena, abbiamo cominciato la giornata fotografando un puledro di cavallo avelignese e la sua mamma in una splendida cornice autunnale. Nell’insieme la giornata è stata una passeggiata attraverso quello che è conosciuto anche come il più grande prato di larici d’Europa; quale luogo poteva essere migliore per fotografare la stagione più colorata dell’anno?
E se già di per se l’ambiente circostante è in grado di regalarti sensazioni di tranquillità, qualche piccola emozione è arrivata anche dal cielo: in più di un’occasione abbiamo avuto modo di osservare il famoso “mobbing” di una cornacchia ai danni di una poiana. Tra l’altro una di queste ultime, come si vede nella foto, ci è anche passata piuttosto vicina.
Ma non è finita! Sulla strada del ritorno mi sono improvvisamente accorto di una strana riga nera nel cielo; in un primo momento avevo pensato ad un parapendio, ma la forma era davvero strana. Così ho puntato il teleobiettivo ed ho visto che si trattava di uno stormo di circa 60-70 uccelli di grandi dimensioni che attraversava la valle dell’Adige in direzione sud. Così mi sono messo a fantasticare su cosa potessero essere quei punti neri che si stagliavano in formazione nel cielo. A Paolo ho detto: «Potrebbe essere di tutto… anatre, oche… magari gru… siamo in periodo di migrazione!»
Mi rendo conto che dalla foto non si vede un granché… 🙄
Arrivato a casa, ecco la sorpresa: dal nodo locale di EBN Italia arrivano numerose segnalazioni di un’imponente passaggio di gru in regione!! Si parla di almeno 1200 esemplari che hanno attraversato il nostro territorio per raggiungere i luoghi di svernamento. Peccato non averle notate prima; magari sarei riuscito a vedere qualcosa di più che dei semplici punti neri. Ma comunque… che emozione già solo sapere di aver in qualche modo documentato il viaggio di questi instancabili migratori!
Con un mese abbondante di ritardo, cosa che oramai è diventata un’abitudine, pubblico uno degli scatti realizzati il 29 settembre durante una mattinata fotografica trascorsa con mia sorella. Alla fine del mese scorso mi sono infatti preso 3 giorni di pausa dal lavoro per finire alcuni lavori in casa e staccare un attimo dallo stress degli ultimi tempi.
Abbiamo fatto il giro completo del lago di Vernago, poco sotto la frazione di Maso Corto in Val Senales da cui parte la funivia per il famoso ghiacciaio del Similaun.
Da qualche tempo ho una grande nostalgia della fotografia di paesaggio; probabilmente perché negli ultimi anni l’avevo messa un po’ in secondo piano per motivi legati anche alla salute. Adesso però si fa sempre più vivo il desiderio di montagna per poter vivere e fotografare i bei paesaggi dell’Alto Adige…
Ecco un breve resoconto di un’abbastanza proficua uscita, questa mattina, in compagnia di Max… ancora una volta al biotopo del Valsura.
Sembra impossibile, ma non c’è verso che io riesca a trovare una mantide religiosa in natura! Le uniche che sono riuscito a vedere, sia questo che lo scorso anno, erano sotto il mio ufficio mezze moribonde. Ma per il resto proprio non c’è verso di scovarle!
Proprio questo affascinante insetto doveva essere, assieme alle libellule, l’obiettivo di oggi. Ma le cose non sono andate proprio come dovevano…
Uno dei due elementi c’era: la rugiada dopo un’intera notte piovosa; purtroppo però mancavano i soggetti principali. Infatti sia mantidi che libellule non si son fatte vedere, tranne un paio di piccole damigelle – parenti delle libellule – che però non mi han permesso di fare gli scatti sperati.
La mattinata comunque è stata positiva e qualche buono scatto è comunque uscito. L’erba era invasa da minuscole cicadelle, dette anche sputacchine, nonché da molte lumache, alcune delle quali erano fortemente intenzionate a seguirmi fino a casa.
Nella zona del laghetto dei pescatori abbiamo trovato anche un gabbiano con il quale ci siamo divertiti… peccato non essere riusciti (io, perlomeno) a fare degli scatti in volo decenti. Ma direi che ci possiamo comunque accontentare!
Ecco qui qualcuno degli scatti fatti questa mattina. Ovviamente mi mancano diverse foto da sistemare, ma è un inizio…
Salvo imprevisti, nei prossimi giorni voglio provare ad andare in mezzo ai campi di Postal per provare nuovamente a cercare le mantidi. Chissà se riuscirò a trovarle dato che mi sono state segnalate da più persone…
Come promesso, faccio un po’ il resoconto delle ultime uscite; ed inizio adesso, con un mese esatto di ritardo, con l’uscita del 11 aprile al solito capanno, al Valsura. La speranza era quella di riuscire a fotografare gli aironi o i cormorani ed in parte ci siamo anche riusciti, ma i risultati non sono stati particolarmente esaltanti.
In compenso son riuscito ad immortalare le mie prime bisce decenti, data anche l’abbondanza dei soggetti nello stagno in cui si riproducono le rane…
Ad ogni modo la mattinata è stata piacevole, se non altro per le numerose specie osservate in compagnia di Paolo. Per il momento, però, ci siamo spostati su altri soggetti… in attesa di tempi migliori! :sospiro:
Per un fotonaturalista c’è uno scatto molto ambito, non semplice ma tutto sommato comune proprio perché è il traguardo di moltissimi appassionati di questo genere di fotografia. Il soggetto in questione è il famigerato martin pescatore (Alcedo atthis), noto sui forum anche con il soprannome di “Martino“. Si tratta senza dubbio di uno degli uccelli italiani più belli, grazie alle numerose caratteristiche che lo contraddistinguono ed in particolare il colore blu elettrico contrapposto all’arancione del ventre, del becco e soprattutto delle zampe.
Ebbene domenica mattina, in compagnia di Max, è finalmente venuto il mio turno, anche se il risultato è ben lontano dall’essere soddisfacente. Per avere uno scatto fullframe del simpatico animale ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma quantomeno per la prima volta il soggetto è ben visibile, soprattutto se si ingrandisce l’immagine a pieno formato. Un piccolo traguardo, affiancato peraltro dai primi scatti decenti di un tuffetto (Tachybaptus ruficollis) e dal quasi riuscito scatto ad un codibugnolo (Aegithalos caudatus).
La mattina nel complesso è stata positiva, anche se ovviamente non sono ancora contento: quasi tutte le immagini qui sopra sono dei ritagli e dunque la strada da fare è ancora lunga… ma c’è tempo per migliorare! 🙄
Negli ultimi mesi, tra una cosa e l’altra, le uscite fotografiche sono state ridotte all’osso e per lo più collegate a semplici passeggiate domenicali. La scorsa domenica sarei dovuto andare a Laion (all’inizio della Val Gardena) con mia moglie per fare alcune foto, ma alla fine a causa del tempo incerto l’uscita è saltata.
Oggi però non volevo perdermi l’occasione e così oggi pomeriggio siamo andati a Cornaiano per fotografare i “folletti della taiga” ovvero i beccofrusoni (Bombycilla garrulus) che in questo periodo sono in migrazione da queste parti.
Trovarli non è stato difficile… dopo aver avuto notizia che nel piccolo paese vicino a Bolzano ce n’erano una cinquantina, molti birdwatcher oggi si sono recati lì con i loro “cannoni” (quello meno equipaggiato aveva un 300 f/2.8 moltiplicato 2x) per fotografarli. Di conseguenza: movimento di volatili + nutrito gruppo di persone con macchina fotografica = presenza di beccofrusoni! :asd:
Il pomeriggio è iniziato con un po’ di amarezza, dato che proprio quando noi siamo arrivati i Bombycilla se n’erano appena andati dalle viti dove poco prima si son facilmente lasciati immortalare. Nel frattempo ne ho approfittato per ritrarre qualche altro uccelletto sulla neve.
Poi, finalmente, un “ciuffetto” su di un nespolo, poi due… poi una decina… ma un po’ lontani dalla mia postazione.
Qualche soddisfazione c’è stata già prima, ma il vero colpo di fortuna è arrivato poco prima del tramonto, con una luce splendida e alcuni esemplari di beccofrusone che si sono avvicinati moltissimo alla schiera di fotografi.
Stavamo per andare via, quando ho visto che almeno 6-7 persone vicine al vigneto con l’obiettivo puntato verso terra. Mi sono avvicinato anch’io e… meraviglia!!! :wow:
Penso che presto questa foto la vedrete ben presto come foto del mese di gennaio! 🙂
Quando nell’ultimo post parlavo di orchidee era già prevista per sabato 5 luglio una trasferta fotografica nel Parco Nazionale dello Stelvio, MA visti i precedenti ho scaramanticamente deciso di non dire nulla… e forse a qualcosa è servito, perché è andato quasi tutto come previsto. Quasi… perché uno degli obiettivi principali dell’uscita sarebbero state le stupende Scarpette di Venere (Cypripedium calceolus), tra le più belle orchidee spontanee delle Alpi ed ormai molto rare.
Ma ai piedi degli splendidi ghiacciai dell’Ortles, la giornata è iniziata con una piccola delusione; arrivati nel luogo dove normalmente si possono trovare queste particolari orchidee, abbiamo purtroppo constatato che i pochi esemplari presenti erano già sfioriti.
Fortunatamente il territorio offre molte opportunità… che Maurizio, Paolo ed io non ci siamo lasciati scappare! Lasciata la zona delle “scarpette”, dopo un paio d’ore di girovagare, ci siamo avviati lungo i tornanti della strada che porta al passo dello Stelvio, nella speranza di trovare altri fiori da fotografare e magari un po’ di farfalle (che qui hanno una densità di popolazione sorprendente).
Passati i 1800 metri s.l.m. la prima cosa che ci è saltata all’occhio è stata la presenza di numerosissime piante di giglio martagone (Lilium martagon), fiore da forma e colore davvero belli; alché alla prima piazzola utile ci siamo fermati ed abbiamo esplorato i dintorni, fotografando diversi soggetti sia floreali che animali. Purtroppo, a causa delle condizioni del tempo non particolarmente favorevoli, le farfalle non erano granché presenti. Ma la giornata è stata comunque un susseguirsi di emozioni.
La prima ci è stata regalata da due cuccioli di marmotta che sono passati proprio vicino a noi per poi nascondersi in una tana ai margini della strada; difficile riuscire a fare delle foto degne di nota, ma anche la sola osservazione è piacevole. L’emozione più forte, però, è venuta senza dubbio dall’aver potuto osservare a lungo, a circa 50 metri da noi, una bella femmina di capriolo che si è lasciata fotografare per nulla intimorita!
Stavamo per tornare alla macchina, quando sopra di noi, in mezzo agli abeti, ho sentito un rumore abbastanza forte. Alzando lo sguardo ho intravisto un animale dal pelo fulvo che brucava incurante della nostra presenza. Era una femmina di capriolo!
Inizialmente sembrava si stesse spostando verso il fitto del bosco, senza lasciarci alcuna possibilità di immortalarla; ma poi è ritornata indietro, mettendosi invece in una posizione a noi molto favorevole. Ogni tanto alzava lo sguardo, ci guardava, poi tornava a brucare come niente fosse.
Era tanto tempo che speravo mi si presentasse un’occasione simile, ma devo dire che è stata del tutto inaspettata e molto emozionante!! :boogie:
Prima di concludere questo post (vista anche l’ora tarda), vi mostro qualche altro scatto realizzato nel corso della giornata.
Tutte le immagini che vedete sono state scattate nella zona poco sopra Trafoi, ad esclusione della prima farfalla che arriva invece da Rablà dove, sulla strada del ritorno, abbiamo fatto una veloce puntatina per verificare l’eventuale presenza di specie interessanti al laghetto dei pescatori.
Qui in Alto Adige, non abbiamo festività legate ad un patrono, come è invece usanza un po’ in tutto il resto d’Italia; in compenso da noi viene festeggiato il lunedì di Pentecoste, giorno in cui quindi ho subito colto l’occasione per qualche altro scatto.
Nei forum di fotografia naturalistica ultimamente si vedono splendide foto delle più particolari varietà di orchidee e senza dubbio uno dei prossimi obiettivi saranno quelle; per il momento, però, da queste parti la stagione è ancora indietro visto che fino a un mese fa c’era quasi la neve.
Quindi lunedì io e Paolo abbiamo avuto pochi soggetti floreali a disposizione, ma qualche scatto l’abbiamo comunque fatto.
Quelli di cui sono più soddisfatto sono senza dubbio legati all’arcobaleno sul torrente, scatti che ho intitolato “Inside the rainbow” realizzati alla base della cascata di Parcines. Non sono ancora certo se siano da elaborare saturando i colori o lasciarli un po’ più neutri come nella foto che si vede qui sopra; così mi sembra si avvicini di più all’immagine reale, tantopiù che per saturare i colori ho sottoesposto già in fase di ripresa…
Ciò che invece dobbiamo assolutamente cambiare è l’orario di partenza. Lunedì siamo usciti di casa intorno alle 7.00… troppo tardi! Ahimè per la fotografia floreale c’è poco da fare, la luce verso le 8.30-9.00 è già troppo dura.
In alternativa la luce del tramonto potrebbe essere l’ideale, ma dobbiamo ahimé conciliare le uscite anche con gli impegni quotidiani… e non è sempre facile! :drop: