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Fotografia naturalistica di Giorgio Perbellini
Autunno in Val Senales
Fa un po’ strano parlare di autunno a inizio febbraio, ma chi mi segue saprà che i miei tempi non sono più quelli di una volta quando, dopo un’uscita fotografica, il giorno stesso pubblicavo nel mio blog il resoconto della giornata. Ad ogni buon conto nei giorni scorsi, dopo averle lasciate sedimentare per un paio di mesi nell’hard disk del mio Macbook, ho ripreso in mano le fotografie scattate in compagnia di Anita a metà ottobre in Val Senales poco sopra il lago di Vernago.
La giornata è iniziata in modo strano… le previsioni meteo non erano ottimali, cosa peraltro non nuova dato che il 2014 è stato uno degli anni più piovosi che io abbia vissuto in vita mia. Tutt’intorno a Merano le nuvole avvolgevano le montagne e lungo la strada della val Venosta la situazione non era migliore. Anita però era ottimista ed arrivati a destinazione ho dovuto darle ragione; mi aspettavo nebbia e pioggia mentre, al contrario, il tempo era decisamente migliore rispetto a Merano dove, a quanto mi è stato detto, si sono verificati diversi acquazzoni.
Dopo una ventina di minuti sotto una pioggerella quasi impercettibile, qualche accenno di azzurro si è fatto spazio tra le nuvole, regalandoci alla fine una mattinata piacevole e asciutta.
Nel mio zaino trovavano posto il 300mm, il grandangolo e il “tuttofare” 24-105. L’obiettivo principale era quello di fotografare la fauna locale: ci aspettavamo di trovare camosci, caprioli, marmotte (nonostante la stagione stesse ormai per giungere al termine), picchi ed in generale qualsiasi altro abitante dei boschi che l’ambiente avrebbe potuto offrirci.
Il posto, immerso nel Parco Naturale del Tessa, è particolarmente adatto agli incontri con gli animali, ma non abbiamo avuto troppa fortuna. Comunque lungo il cammino, su uno stretto sentiero che contempla dall’alto il Lago di Vernago, il silenzio del bosco era continuamente interrotto dal canto degli uccelli, alcuni conosciuti (picchi, cince, fringuelli, nocciolaie, …) ed altri a me completamente ignoti. Poi un incontro a distanza con un capriolo ed uno scoiattolo e le sue evoluzioni a pochi metri da noi.
Non ero mai stato in questa zona prima d’ora e ne sono rimasto piacevolmente colpito; il posto è affascinante e ci tornerei volentieri anche con la famiglia, anche se forse il tragitto (poco più di un km quello che abbiamo percorso) non è molto adatto per i bambini in quanto il sentiero è abbastanza stretto e taglia il pendio costeggiando a tratti un ripido versante (non molto pericoloso, ma c’è il rischio di ruzzolare per un bel po’).
Dopo circa 4 ore la nostra uscita è giunta al termine, ma prima di rientrare a Merano ci siamo fermati al maso Finailhof dove, oltre a gustare un ottimo piatto freddo tirolese, per assurdo ho scattato la maggior parte delle foto della giornata. Immerso in un paesaggio incantevole, reso ancora più affascinante dai colori autunnali, il Finailhof ospita numerosi animali quali mucche, capre, galline moroseta, faraone, maiali e gatti… un vero paradiso per i bambini e per chi vuole godersi un po’ della vita rurale.
E mentre fotografavo i gatti che si aggiravano intorno a noi in cerca di coccole (e magari di qualche bocconcino), la piccola Annika mi guardava incuriosita sbirciando dall’uscio della porta.
La giornata si è infine conclusa con una visita alle rive del Passirio dove, sotto la pioggia, abbiamo passato circa un’ora e mezza per seguire le evoluzioni del merlo acquaiolo e di alcune ballerine gialle.