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Fotografia naturalistica di Giorgio Perbellini
Bruno continua a far parlare di sé
Prima di tornare a parlare di Bruno, una brevissima riflessione – su spunto di Yubi – su come è stata trattata l’intera vicenda. E’ giustissimo che la notizia abbia avuto tutto questo rilievo, ma è triste che si debba arrivare a casi limite per rendersi conto di quanto ogni giorno perdiamo. A volte ci si accorge che qualcosa manca solo quando non c’è più, altre volte invece le cose passano del tutto inosservate. E così c’è chi si stupisce di non sentire più le rondini gridare nel cielo d’estate o di vedere le lucciole quando si reca in campagna o in montagna; per altri, invece, queste cose non sono importanti… ma l’orso… eh, quello sì che lo vedono!
Bando alle polemiche, leggendo oggi l’Alto Adige trovo ancora numerose reazioni sull’abbattimento di Bruno. Non so a livello nazionale se la notizia ha avuto così ampio rilievo (ne parla comunque Beppe Grillo nel suo blog), ma a livello locale sta creando un vero e proprio fiume di opinioni. Sul quotidiano di oggi c’erano di nuovo quattro pagine dedicate alla vicenda: un’intera pagina che ricostruisce le ultime ore di vita di Bruno (scacciato poco prima dal alcune mucche al pascolo), diversi riquadri con le reazioni di politici ed associazioni (un po’ quelli che avevo indicato ieri), un articolo di mezza pagina sul progetto “Life Ursus” e soprattutto molte lettere arrivate in redazione dai lettori del quotidiano. Ma non solo.
Qualche stralcio delle lettere:
«Siamo di fronte all’ennesima prova che l’essere umano ha avuto un grande dono dalla vita, ma non è in grado di gestirlo… l’intelligenza!»
«Sono indignato e offeso da tanta barbarie. Mi riferisco a quei criminali che hanno sparato: si, è vero, su ordine governativo, ma la loro coscienza? Potevano tranquillamente usare un dardo soporifero […]».
«Grave scelta quella di abbattere Bruno. Non mi è chiaro se è stato ucciso da cacciatori comuni o gente dal grilletto facile mandata lì apposta dal governo…»
«Lavoro da diversi anni all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, dove gli orsi bruni vivono da sempre. Non sono animali socievoli, ma aggrediscono solo se si sentono in vero pericolo […]. Sappiate che i lupi e gli orsi, quando sentono odore umano fuggono. Perciò ritengo che la caccia sia stata spietata».
«Uccidendo Bruno la Germania ha lanciato un messaggio devastante sul piano educativo. Inoltre, la voce delle sensibilità civili e animaliste è stata bypassata con spocchia e pseudo argomentazioni logistico-etologiche da far paura. Vincono i cacciatori, perciò, vince la legge del più forte a far da velo trasparentissimo all’incapacità di allestire un piano per la cattura dell’animale per un suo ricollocamento negli spazi più idonei alla sua ed altrui sicurezza».
E c’è anche chi ha risposto con una lettera molto ironica all’alpinista (nonché deputato europeo) Reinhold Messner dopo che quest’ultimo aveva espresso il suo parere in merito alla questione facendo quasi della “psicanalisi animalesca”, sostenendo tra le altre cose che Bruno non si sarebbe reso conto che il posto dov’era finito non era il suo habitat naturale, che il suo habitat in realtà erano i boschi del Trentino dove è nato… mah!
Ad ogni modo alle lettere di lettori indignati si aggiungono anche alcune lettere polemiche nei confronti del “buonismo” diffuso di questi giorni. E tutto sommato qualcuno ha anche ragione, come l’autore del primo dei tre stralci di lettere seguenti che si riallaccia al discorso con cui ho aperto questo post e con il quale mi ritrovo certamente d’accordo (e potrebbero essere citati moltissimi altri casi simili a quello indicato).
«Attenti al buonismo forzato da “settimo cielo”, per l’orso bruno. Ovviamente, esistevano alternative ed è molto strana una reazione del genere da un Paese, la Germania, che ha una sensibilità venatoria più accentuata della nostra. I problemi dell’animalismo spinto non sono questi! Sono i casi dello scoiattolo americano nel bosco di Stupinigi, che in breve ha quasi totalmente decimato la popolazione degli autoctoni […]».
«Sono sicuro che tutti coloro che hanno versato lacrime per l’orso ucciso (stupidamente ed inutilmente, ovvio…) non mangiano più carne animale, altrimenti perché non piangere per i milioni di polli o maiali macellati ogni giorno?»
«E se un giorno quell’orso aggredisse un bambino anziché le pecore, che cosa direbbero quelli del WWF che lo hanno liberato?»
All’ultima delle tre lettere citate, però, risponde involontariamente un altro lettore con queste parole:
«La scorsa settimana ero in bici a Caprera. C’era un cartello stradale: “Vietato dar da mangiare ai cinghiali”. Anche un cinghiale potrebbe aggredire un bambino, come un cane od un gatto! Abbattiamoli tutti».
Ancora sull’orso ucciso in Germania
Ha avuto un certo rilevo la notizia dell’orso, amichevolmente battezzato come “Bruno”, abbattuto alle 4.50 di ieri nel sud della Germania. Il quotidiano locale, l’Alto Adige, ha dedicato alla vicenda un ampio spazio in prima pagina ed un dettagliato servizio all’interno (da pagina 16 a pagina 20); numerose sono state le reazioni del mondo ambientalista ed anche di quello politico con il leader dei Verdi nonché Ministro per l’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, e numerose personalità politiche del Trentino Alto Adige. Da ogni parte arrivano condanne nei confronti di quest’azione che ha risolto il problema (comunque reale e riconosciuto) nel peggiore dei modi possibili.
Ecco alcune reazioni.
WWF Italia (fonte: www.wwf.it)
«“Abbattere animali appartenenti a specie protette è un atto gravissimo – accusa Fulco Pratesi, presidente del WWF Italia – L’orso Bruno tra l’altro è il frutto di un progetto di conservazione, è un esemplare nato da soggetti reintrodotti nell’ambito del progetto Life Ursus al Parco dell’Adamello-Brenta. Noi del WWF cerchiamo di lavorare a favore della conservazione. Qualcuno invece altrove spara, distruggendo anni di lavoro”.
In più occasioni il WWF ha in queste settimane offerto e messo a disposizione la propria esperienza nella gestione dei conflitti, per altro risolti con successo in Italia, specie in Abruzzo. L’orso era monitorato e tutte le informazioni erano trasferite alle autorità locali.
“Non c’è giustificazione per quanto accaduto stamattina all’alba. – sostiene Michele Candotti, Segretario generale WWF Italia – Battute di caccia contro un orso sono il segno di una sconfitta. Ci sono misure e tecniche consolidate per allontanare gli orsi dai centri abitati. Ci scandalizziamo quando in Africa o in India le popolazioni locali uccidono specie protette come elefanti, tigri. Noi oggi non abbiamo nulla da insegnare. Abbiamo agito esattamente allo stesso modo”.
L’intera vicenda dell’orso Bruno mostra poi come nella rete ecologica europea si siano aperte falle vistose. Non c’è continuità nella rete, né condivisione di metodologie. E’ necessario ripartire dal recupero di questa continuità per scongiurare brutte sconfitte come quella di oggi».
LAV – Lega Anti Vivisezione (fonte: www.infolav.org)
«“La condanna a morte di Bruno è stata una decisione vergognosa – dichiara Ennio Bonfanti, responsabile del settore ‘fauna’ della LAV – perché non c’era nessun motivo per ucciderlo: bastava risarcire gli allevatori di pecore eventualmente danneggiati e aspettare che Bruno ritornasse nel fitto delle foreste, magari nelle Alpi italiane da dove proveniva. Si è trattato di un killeraggio premeditato, dettato da una inaccettabile quanto primitiva paura di un animale che nell’ignoranza è sempre stato dipinto come nemico dell’uomo. La sua imbalsamazione, poi, rappresenta un grottesco e macabro atto di disprezzo per la vita di un essere vivente”.
La LAV fa notare che in Italia le leggi vigenti avrebbero assolutamente impedito la fucilazione di Bruno, che per il nostro diritto (legge 157 del 1992) è una “specie particolarmente protetta” considerata quale “patrimonio dello Stato” da tutelare anche “nell’interesse della comunità internazionale”. E’ paradossale ed incredibile che la Germania – dai più ritenuta un Paese con una sensibilità verso la natura e gli animali maggiore di quella riscontrabile in Italia – abbia deciso di fucilare l’innocuo orso per il quale il Governo italiano (nella persona del Ministro dell’Ambiente on. Pecoraio Scanio) aveva ufficialmente chiesto la “grazia”.
“E’ stata palesemente ed arrogantemente violata la Convenzione di Berna sulla vita selvatica in Europa del 1979, recepita in tutta l’Unione con la Decisione 82/72/CEE del 1981 – denuncia Bonfanti – che tutela gli orsi europei. Chiederemo quindi alla Commissione europea di aprire una procedura d’infrazione contro la Repubblica tedesca per violazione del diritto comunitario. In ogni caso, chiediamo al Ministro Pecoraio Scanio di protestare ufficialmente contro questa vergognosa esecuzione chiedendo l’intervento ufficiale del Comitato permanente di vigilanza sulla Convenzione presso il Consiglio d’Europa”».
Alfonso Pecoraro Scanio, Ministro dell’Ambiente (fonte: Alice News)
«“Un brutto segnale per chi ha a cuore il ritorno e la difesa di questo animale”. E’ il commento del ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio sull’abbattimento di Jj1, l’orso che aveva passato il confine italiano, finendo in Baviera dove le autorità gli hanno dato la caccia per settimane. “Abbiamo fatto di tutto per cercare di evitare quanto accaduto. Putroppo non ci siamo riusciti – aggiunge Pecoraro – Ma l’ondata di simpatia che si è diffusa in queste settimane intorno a ‘Bruno’, così come le reazioni negative oggi alla notizia della sua uccisione, ci fanno ben sperare per il futuro. Ecco, la brutta notizia di oggi almeno rafforza la convinzione di quanto l’orso sia amato e ben visto”. […]
“Il Governo Italiano – sottolinea Pecoraro – non può che fermamente richiamare l’attenzione dei paesi europei interessati al rispetto dei principi di cui all’allegato 1 della Direttiva Habitat, e riconfermare l’opportunità che, indipendentemente da ogni protocollo per la gestione dell’orso, ci si attendeva un coordinamento più accentuato al fine di salvaguardare la vita dell’animale. L’Italia non può accettare che il controllo della popolazione alpina di orsi avvenga attraverso l’abbattimento di individui.
Lo sconfinamento di esemplari appartenenti alla crescente popolazione italiana rappresenta sicuramente un elemento di successo del progetto ‘Life Ursus’, attivo in Trentino e cofinanziato dalla Comunità Europea. Tale progetto prevede infatti nei prossimi anni il raggiungimento di una popolazione di 40-50 orsi che non possono in alcun modo rimanere all’interno del territorio trentino. Tale situazione rende indispensabile un coordinamento ed un raccordo tra i protocolli di gestione dell’orso nei diversi paesi, nel pieno rispetto di quanto previsto dalla Direttiva Habitat e dalla Convenzione di Berna.
L’Italia – ha continuato Pecoraro – sta anche approntando un progetto di supporto strategico alla nuova situazione con un budget di 230 mila euro destinato alle attrezzature per il radiomonitoraggio, alla cattura e trasporto degli orsi, al potenziamento dei laboratori di genetica, ai corsi di formazione, alla costituzione della banca dati e, come estrema soluzione, anche ad attrezzare nuove aree faunistiche di recettività per individui problematici”».
Alè… adesso è il turno delle marmotte!
Che palle… sono stufo di sentire notizie del genere, eppure la cosa continua a ripetersi. Solo poche settimane fa mi sono incazzato, mandando lettere a destra e a manca, perché la Provincia voleva abbattere dei giovani aironi, colpevoli di cibarsi delle trote di un allevamento provinciale. E manco a dirlo, ancora una volta la nostra Provincia non si smentisce… un’altra ordinanza del presidente Luis Durnwalder, impugnata dal WWF al Tar ma poi resa esecutiva, decreta l’abbattimento di 3200 marmotte (o erano 2300… vabbè comunque tante!). Il motivo? Perché… mi fa quasi schifo a dirlo… i contadini si lamentano dei buchi che le marmotte scavano, rovinando prati e pascoli!!! MA SIAMO MATTI?!?!
Non riesco a capire che cavolo abbiano in testa i nostri politici… Si spara sempre, in ogni caso e senza guardare ai vincoli di protezione (le marmotte NON SONO CACCIABILI). Solo che altrove a farlo sono i bracconieri… in Alto Adige tutto questo è legale perché consentito dalle ordinanze di una Provincia dal grilletto facile, ordinanze che servono ad accontentare un certo tipo di elettorato ma che sono a dir poco vergognose! Del resto cosa ci si può aspettare da un presidente provinciale che pratica l’attività venatoria ed è, allo stesso tempo, a capo dell’ufficio caccia e pesca???
MADONNA CHE SCHIFO!!!